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Dire che è stata una Assemblea “straordinaria”, semplicemente per le circostanze altrettanto straordinarie che l’hanno caratterizzata, non rende affatto giustizia alla rilevanza di quanto è stato “pregato”, “detto” e “deliberato” nelle diverse giornate di lavoro.

Momenti di preghiera densi di “Vita” e di “Parola”, tra loro mirabilmente intrecciati per non dimenticare che la Parola illumina la Vita e che la Vita è il luogo della Parola.

Dibattiti e riflessioni su questo presente ferito da una pandemia ancora in atto, ma anche in piena trasformazione perchè la Vita non si ferma mai, perchè è sempre capace di nuove soluzioni ed equilibri.

Una comunità ecclesiale certamente ancora un pò frastornata e incerta, ma anche tenacemente convinta che, proprio in questa situazione, si fanno più attuali che mai le parole del Risorto: “Non temere!”, accompagnate dal magistero della parola e dei segni di Papa Francesco, il cui sogno di Chiesa vogliamo e promettiamo di servire.

Un Documento Assembleare che, forse un pò lungo e ridondante in alcuni passaggi (ma è solo un mio giudizio), è frutto di un sano esercizio di discernimento tra sensibilità ed esperienze diverse, tutte appassionate di una Associazione che ha a cuore il bene della Chiesa e del nostro Paese.

Un messaggio conclusivo alla Chiesa Italiana e all’Italia degno della migliore tradizione associativa, nel quale hanno trovato eco e sintesi mirabile le diverse questioni che, dalla base (anche delle nostre associazioni parrocchiali) come delegati, abbiamo sentito il dovere di portare e far risuonare.

Ed ora? Dopo tutto quello che si è pregato, detto e delibarato, da dove dobbiamo partire?

E’ ancora il Risorto a ricordarcelo, con il Vangelo di questa 5 domenica di pasqua: “Rimanete in me ed Io in voi,… perchè senza di Me non potete far nulla!(Gv, 15, 4-5). Riprendiamo il nostro cammino non con la spavalda (o diabolica?) intenzione di fare tutto quello che abbiamo detto e scritto, ma con la salda convinzione che è dal nostro radicamento in Cristo e nel Vangelo che dobbiamo partire per essere là dove Lui ci precede; per essere sempre a servizio, con mitezza e determinazione, del Suo “popolo numeroso” che abita la nostra città.

 

Tonico