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“Questa missione è per tutti e per ciascuno dei soci, a misura delle diverse età e possibilità. Ciascuna generazione ha un osservatorio privilegiato sul proprio tempo ed è essa stessa espressione peculiare dei segni dei tempi. I bambini e i ragazzi, sono una risorsa inesauribile di scoperta, che pone i giovani e gli adulti di fronte a ciò che ancora non è stato, perché ancora deve essere inventato e vissuto.” 
(Documento Assembleare “Ho un popolo numeroso in questa città”, 5.5)

Lavorare nella Commissione della Bozza del Documento Assembleare della XVII Assemblea Nazionale di AC, quest’anno, mi ha fatto un bel regalo.
Mi ha donato il privilegio di mettere le mani su quel “filare benedetto” che in ogni tempo necessita di potature per essere vissuto e per portare frutto.
Mi ha donato la possibilità di camminare su una Terra nella quale sentirsi giardinieri e non padroni di un popolo numeroso.
Mi ha donato la bellezza di uno sguardo più penetrante sulla realtà, per accogliere quel “Non avere paura, non tacere!”, in un tempo in cui non lasciar spazio allo scoraggiamento.
Mi ha ricordato, ancora una volta, che essere associazione sinodale significa che la strada la si fa insieme, ragazzi e Giovanissimi, Giovani e Adulti; che non è possibile avanzare da soli, ma che è necessario essere promotori di alleanze.
Sì, la mia esperienza nella Commissione del Testo Assembleare a Roma è stata questo, sin dal primo momento.
Adulti e Giovani con le mani in pasta e teste connesse, da ogni parte d’Italia, a raccontarsi, a farsi domande, a ponderare parole e a interpretare concetti e proposte da emendare.
È strano come una richiesta simile in tempo di Pandemia ti faccia subito dire di Sì, senza pensarci troppo, senza calcolare rischi e organizzazioni varie tra lavoro, famiglia e altro, perché c’è qualcuno che “ti ha pensata” e per il quale vali tanto.
Dire Sì in un tempo come questo che stiamo vivendo è quell’invito bello a domandarsi “per chi siamo?”.
È l’invito ad una creatività continua che chiama al movimento, all’azione mai solo fine a se stessa, ma che al contrario, guarda a quanti camminano insieme a te con passo lento e attenta cura.
È un dire grazie al bell’esercizio di democraticità vissuto con speranza e criticità, perché si aderisce all’AC non per fare cose in parrocchia, ma per aderire alla Chiesa tutta, per rilanciare una passione per l’AC che è anche passione per la Chiesa.

E allora GRAZIE AC, per questa Chiesa bellissima, donata e vissuta che necessita ogni giorno di essere inventata e abitata con passione e profetica mitezza.

 

Marina