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Pentecoste 2025

"Vieni, Spirito di Comunione, e rendi una cosa sola i nostri cuori, come rematori sulla stessa barca, uniti nella fatica, con lo sguardo fisso sull'approdo che è Cristo".

 

Con queste ed altre parole sabato 31 maggio abbiamo pregato insieme come comunità diocesana in Cattedrale, in una Veglia di Pentecoste che ci ha invitati a restare saldamente ... "Ancorati alla Speranza".

La Veglia, che Padre Arcivescovo ha affidato alla Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali, è stata l'occasione di sperimentare anzitutto una fraternità concreta e tangibile con le associazioni e i movimenti che, nei diversi carismi, animano la nostra realtà locale. Una famiglia umana che prega e cammina, chiedendo al Signore il dono della speranza che non delude.

E posso testimoniare che non delude davvero.

Come rappresentante di AC sono stata chiamata, insieme agli altri rappresentanti delle associazioni e dei movimenti, ad accendere le candele di tutta l'assemblea, come segno della luce della speranza che si diffonde attraverso il nostro impegno di laici. Beh, io oggi quella luce in cuore non ce l'avevo, non me la sentivo proprio. Ma la Liturgia ha voluto che fosse il Vescovo ad accendere la mia candela, per poi accendere io le altre insieme agli amici del comitato della CDAL.

Da questa Veglia mi porto dietro questa carezza: la speranza è anzitutto un dono che possiamo ricevere da qualcun altro, in modo semplice. Con una mano tesa, un passo verso, uno sguardo oltre. Con un piccolo, impercettibile, segno di attenzione, che risveglia, che coinvolge, che rende parte.

Il Signore doni a tutti noi e alla nostra associazione di essere quella mano, quella presenza che accende una luce in un cuore rabbuiato, con i gesti ordinari della grammatica quotidiana.

 

Monica

 

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